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Vivi Venezia

E’ un miracolo che Venezia sia stata costruita sulle acque della laguna, che si sia arricchita di ineguagliabili tesori d’arte, in lunghi secoli di vita civile e di arditi commerci. Questa città non cessa di affascinare e stupire chi la visita. Essa appartiene al mondo, si è detto; di più, è in sé un mondo che evoca suggestioni profonde in un’atmosfera spesso di sogno.

I canali principali della città sono il Canal Grande e il Canale della Giudecca. Il primo taglia in due la città tracciando una “S”, il secondo separa il centro storico propriamente detto dall’isola della Giudecca.

La città di Venezia sorge nel cuore della splendida Laguna ed è divisa in quartieri, detti “sestieri”: San Marco, Santa Croce, San Paolo, Dorsoduro, Castello e Cannaregio.

Il sestiere San Marco è il cuore della città ed è caratterizzato dalla splendida Piazza San Marco.

Nell’isola limitrofa alla città, Giudecca, che in passato era chiamata “Spina Longa”, per la sua struttura a spina di pesce, visitiamo: la Basilica del Redentore e la Chiesa di San Giorgio Maggiore.

Una visita è d’obbligo alle splendide isole di Burano (dove si fanno i merletti con un’antica tecnica che si tramanda dal Cinquecento), di Murano (celebre in tutto il mondo per la lavorazione del vetro) e Torcello (abitata già dal I secolo d.C.).

Gusta Venezia

La cucina tipica veneziana conta vari modi di cucinare il riso: “risi e bisi“, perfetta in estate quando oltre a utilizzare i pisellini freschi degli orti lagunari si impiegano i loro baccelli per ottenere il brodo di cottura del riso;risotto con la “luganega”, con la zucca, alla pescatora, con i “peoci“, con le seppie, con i ““, nome dialettale del ghiozzo, diffusissimo pesce di laguna.

Molto noti sono anche: il fegato, il “figà” dei veneziani, la “granseola alla veneziana” bollita e condita con olio, sale, prezzemolo e aglio. In primavera e autunno si possono gustare le straordinarie “moleche” (piccoli e teneri granchi fritti in pastella).

Da sottolineare anche le diverse preparazioni “in tecia“, cioè in tegame di coccio: si preparano “in tecia” le capesante, le seppie, il tonno, l’anguilla.